
Biglietti Augurali Natalizi in Italia: tra importazione culturale, artigianalità e rinnovamento
Quando pensiamo ai biglietti di auguri per Natale, spesso immaginiamo cartoline che arrivano da altrove, motivi tipicamente anglosassoni, Babbi Natale, renne, lucine…
Eppure in Italia anche questa usanza ha una storia propria, intrecciata con le tradizioni religiose, l’arte sacra, la stampa e la manualità artigiana.
Origini e introduzione in Italia
L’Italia non inventò direttamente il biglietto natalizio nel senso commerciale moderno, che è sostanzialmente un’importazione di idee e pratiche dal Nord Europa e dall’Inghilterra nel XIX secolo.
Tuttavia, già prima del 1800 esistevano usi simili.
Da “stampine votive”, immagini sacre di devozione da appendere nelle case o regalare, fino a piccoli messaggi cartacei decorati che accompagnavano festività religiose.
Nei secoli scorsi, nel periodo tra XVII e XVIII, nel bacino del Mediterraneo, le relazioni sociali, i pellegrinaggi, il commercio e l’arte sacrale favorirono la diffusione di immagini religiose ornate, santini, e piccoli messaggi augurali, specialmente per festività come il Natale o l’Anno Nuovo.
Con lo sviluppo delle tecniche di stampa (litografia, cromolitografia) nel XIX secolo, divenne possibile produrre in serie immagini augurali, biglietti e cartoline natalizie anche in Italia.
Soprattutto verso la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il mercato europeo delle cartoline e dei biglietti si era ormai internazionalizzato, e l’Italia partecipava a questa tendenza, importando modelli ma anche sviluppandone di propri.
Artigianato, estetica italiana e decorativismo
Una delle caratteristiche dell’Italia nella storia dei biglietti augurali è stata l’attenzione alla bellezza, al dettaglio, all’artigianato.
Qui, poiché la tradizione religiosa è fortissima, molti biglietti natalizi erano / sono ornati di elementi sacri: la Natività, l’angelo, la stella cometa, oppure immagini prese dal presepe.
Anche le tecniche decorative sono state variate: uso di rilievo, bordi traforati, stampe ornate, applicazioni in oro, materiali tessili, velluti, inserti decorativi.
Un aspetto tipico è che molti degli esempi più ricchi venivano realizzati non tanto con fini commerciali di massa, quanto come oggetti di prestigio, per occasioni speciali, o con funzione ornamentale, oltre che augurale.
Alcuni venivano raccolti, conservati, scambiati.
Il Novecento, l’industrializzazione e la diffusione di massa
Nel XX secolo, con la modernizzazione, l’urbanizzazione, i miglioramenti nei trasporti postali e la diffusione della stampa a colori, il biglietto natalizio diventa più comune anche in Italia come nelle altre nazioni.
Editorie, cartotecniche, piccole stamperie artigiane cominciano a produrre biglietti natalizi in serie, ma spesso con forti richiami locali: immagini del presepe tipiche delle regioni, decori locali, motivi religiosi più che laici.
Anche la carta come materiale mutua; con la guerra, il dopoguerra, ci furono difficoltà, ma la ripresa economica del secondo dopoguerra portò sempre più varietà, colori e occasioni commerciali per l’uso dei biglietti augurali.
Anche nei negozi, nelle cartolerie – con la crescente domanda – comparivano cartoline natalizie, biglietti, addobbi, più offerta sia per il cliente che per usi aziendali.
Tradizione contemporanea: Italia oggi
Oggi la realtà italiana riflette un mix:
Artigianato & personalizzazione: molti biglietti natalizi sono ancora fatti a mano, creati da illustratori, designer locali, oppure personalizzati (logo, nome, citazioni).
Tema sacro / presepe: il presepe è uno dei simboli più forti del Natale in Italia, e molti biglietti lo incorporano, o utilizzano immagini artistiche sacre tratte da pittori antichi o arte sacra locale.
Modernizzazione digitale: come altrove, messaggi via messaggini, email, social hanno ridotto in parte il traffico dei biglietti cartacei, ma non lo hanno eliminato.
Chi ama il biglietto fisico lo fa quasi come segno tangibile, come oggetto da conservare, appendere, afferrare la texture del cartoncino.Sostenibilità & materiali: sempre più spesso ci si orienta verso materiali riciclabili, stampe eco-friendly, meno plastica, meno finiture troppo elaborate che costano in termini ambientali.
Uso aziendale: molte aziende italiane usano biglietti natalizi per auguri agli impiegati, clienti, con loghi, design aziendale, a volte anche con messaggi sociali o filantropici.
Un esempio concreto: “Cartoline di Natale: dalle origini ai giorni nostri”
Una risorsa interessante italiana che riflette questa storia è il Loison Museum, che ha una collezione dedicata alle cartoline natalizie, e racconta come la tradizione sia cambiata nel tempo.
Lì emerge che la “prima cartolina natalizia ufficiale” fu disegnata da John Callcott Horsley nel 1843 (in Inghilterra), ma che nel contesto italiano la diffusione di cartoline e biglietti natalizi segue poi con il passare degli anni, con adattamenti locali, stili diversi, materiali italiani, e molto uso decorativo.
Conclusione
La storia dei biglietti augurali natalizi in Italia è dunque una storia di importazione culturale ma anche di adattamento, di fusione tra la dimensione religiosa e quella della decorazione, tra la manualità artigiana e la stampa industriale.
Anche se oggi siamo immersi nella comunicazione digitale, il biglietto cartaceo di Natale mantiene un suo fascino speciale, soprattutto quando richiama le radici: sia quelle religiose (presepe, Natività), sia quelle artistiche (pittura sacra, decorazioni locali), sia quelle affettive (scrivere un pensiero, sceglierlo, conservarlo).
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